L’Ingegneria Naturalistica (IN) è una tecnica costruttiva che si avvale di conoscenze biologiche nell’esecuzione di opere che hanno l’obiettivo di garantire nel lungo periodo, attraverso la vegetazione, la stabilità di versanti e sponde con un contributo positivo per la biodiversità locale.
Per questo scopo è tipico l’impiego di piante messe a dimora in modo tale da raggiungere nel corso del loro sviluppo, sia da sole come materiale da costruzione vivo sia in unione con materiale da costruzione inerte, un consolidamento duraturo delle opere.
Le tecniche di Ingegneria Naturalistica non vanno intese come alternativa, ma come complemento necessario e significativo ai modi di costruzione ingegneristici puramente tecnici. Non tutte le condizioni operative sono consone per essere risolte con l’IN, ma possono essere affrontate con altre opere di Sistemazioni Idraulico-Forestali più idonee.
Nell’ultimo ventennio, l’adozione delle tecniche di IN è stata fortemente incentivata attraverso l’attribuzione di un punteggio più elevato nella selezione di progetti di opere pubbliche. Questo ha spesso provocato, e provoca tutt’oggi, l’uso indiscriminato e poco funzionale delle “opere tipo” riportate nella manualistica, calate dall’alto nel progetto a scapito di una migliore efficacia anche nel tempo.
Al contrario, le più virtuose realtà hanno emanato regolamenti locali che permettono l’adozione delle tecniche di IN nei lavori pubblici solo in caso di perfetta surrogabilità con le opere tradizionali in termini di funzionalità ed efficienza nel tempo, favorendo quindi una progettazione “ad hoc” di opere perfettamente adeguate al contesto e alle esigenze del caso.
In tale ambito, la necessità di connubio tra conoscenze ingegneristiche e naturalistiche trova corrispondenza nelle competenze del Dottore Agronomo e del Dottore Forestale, figure professionali preparate a progettare correttamente opere realizzate con tecniche di Ingegneria Naturalistica.
